Sentiero del Viandante

Leonardo Marmiroli

Sentiero del Viandante

Lago viandante

Ogni tanto è bello tornare sui propri passi, in senso fisico.

A distanza di quasi un anno ho deciso di ripercorrere il sentiero del Viandante.

Mi era piaciuto talmente tanto che mi ero detto che prima o poi l’avrei rifatto.

 

Quel momento è arrivato domenica 10 Dicembre 2023.

 

Mentre stavo organizzando l’escursione per conto mio mi sono chiesto, perché non proporre questo trekking anche ai ragazzi di AEGEE?

Ho perciò condiviso questa proposta con il consiglio direttivo del gruppo di Bergamo, che ha accettato.

 

L’idea inziale che ho avuto è stata quella di fare da Dervio fino a Colico.

Ho verificato successivamente che saremmo stati un po’ stretti con i tempi; perciò, ho optato per fare solo l’ultima tappa, da Dorio a Colico.

 

Durante la fase di pubblicazione dell’evento sui vari canali social, ho visto crescere il numero dei partecipanti.

Inizialmente non mi ha creato particolare preoccupazione.

 

Con l’avvicinarsi della data però ho percepito un senso di inquietudine, mi sono sentito responsabile della buona riuscita del trekking.

Mi domandavo se nel form di iscrizione avessi riportato tutto l’occorrente per la gita, dal materiale personale al tipo di percorso che saremmo andati a fare.

 

Tutto questo è stato un ottimo banco di prova per uscire dalla mia comfort zone.

Si inizia creando trekking per sé per poi passare ad organizzare trekking per altri.

 

Per una buona riuscita e per essere personalmente più tranquillo ho notato che è utile se non, con gruppi un po’ più numerosi, fondamentale aver già percorso il cammino.

 

Quando ho chiuso le iscrizioni il numero dei partecipanti era di 13 persone.

Ho già seguito un gruppo così numeroso, durante lo Urban Hiking quest’estate con la differenza che ero l’organizzatore ma non mi sentivo il diretto responsabile.

Probabilmente perché era una collaborazione esterna, ora che sono nell’associazione mi sono sentito più responsabile.

 

Qualche giorno prima di partire ho condiviso con consiglio direttivo l’organizzazione e le tempistiche della giornata.

Devo ringraziare molto Marianna e Davide che mi hanno supportato nell’organizzazione e nella buona riuscita della gita.

Gita Viandante

Domenica ci siamo ritrovati alla stazione di Bergamo alle 08.30, con l’obbiettivo di prendere il treno alle 09.00.

Così da permettere a tutti di arrivare e prendere i biglietti, per chi non li avesse ancora presi.

 

Abbiamo anche aiutato i ragazzi a prendere i biglietti del treno.

Ragazzi, che erano quasi tutti stranieri di diverse nazionalità.

 

Sono rimasto stupito dai treni su cui siamo saliti, sono stati tutti treni nuovi, belli e spaziosi.

 

Siamo arrivati a Dorio alle 11, come da organizzazione.

L’obbiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di iniziare a camminare alle 11.30.

 

Appena scesi dal treno a Dorio ho notato due nuove aggiunte alla comitiva.

Inizialmente ho pensato, sono due ragazze che ci hanno visto sul treno e si vogliono aggiungere alla gita.

Subito dopo ho saputo che Martina e Alice conoscono AEGEE, quindi, hanno saputo dell’iniziativa ed hanno voluto aderirvi, ma sono salite a Lecco.

 

La parte difficile di ogni tracciato segnalato è comprendere dove si trova l’inizio del percorso.

Quest’inizio tappa non si è differenziato perché dalla stazione non c’è nessuna indicazione.

 

Da un lato mi sembra corretto perché, se il percorso non passa dalla stazione, allora non bisogna mettere la segnaletica.

Dall’altro è stato effettivamente un po’ complicato arrivare al punto di passaggio.

In aggiunta, non essendo mai partito da Dorio non ho potuto fare affidamento alla memoria.

 

Da Dorio abbiamo guadagnato subito quota risalendo il monte Piazzo costeggiando un ruscello.

Una volta arrivati al caratteristico abitato di Mondonico abbiamo proseguito su una mulattiera a gradoni che ci condotto fino alla cappella di San Rocco.

Questa chiesetta non si trova nel punto più alto del percorso ma certamente nel punto più panoramico.

 

Anche se il cielo era un po’ nuvoloso la vista del lago mi è sembrata spettacolare.

Dall’altra parte del lago il sempre presente Monte Bregagno e le cime della sponda comasca e svizzera.

Coperte di neve sono state qualcosa di magnifico.

Questo bellissimo panorama ci ha accompagnato lungo tutto il nostro percorso.

 

Siamo arrivati alla cappella verso le 12.15.

Dietro al santuarietto ci sono dei tavoli da pic-nic ed una piccola fontanella.

Un luogo ideale dove fermarsi a pranzare.

 

Marianna ed io ci siamo consultati sul da farsi, se proseguire oppure mangiare sul posto.

La questione è sorta anche perché durante la salita abbiamo saputo che nella zona industriale di Colico c’era stato un incendio nell’area industriale.

Quindi abbiamo valutato diverse possibilità se proseguire fino a Colico oppure scendere a Piona, una piccola frazione di Colico, per prendere il treno.

 

Un aspetto sul quale questo trekking è stato un momento di prova è il cambiamento di programma in itinere.

Pensavo di trovarmi meno in confidenza con me stesso nel cambiare obbiettivo durante il cammino.

Mi sono sentito partecipe e mi è garbato dover valutare assieme a Marianna le diverse possibilità e infine prendere la decisione.

 

Siamo stati propensi per rimanere a mangiare, vista anche l’ora.

Siccome siamo democratici abbiamo chiesto anche ai ragazzi cosa volessero fare.

Finestrella VIandante

Fermarsi oppure proseguire e pranzare più tardi.

Risultato: abbiamo mangiato i nostri pranzi al sacco godendoci la vista.

 

Quasi del tutto inconsapevolmente ho mangiato in piedi avendo davanti a me i due tavoli su cui ci siamo seduti.

Mi sono ritrovato a osservare i ragazzi pranzare e mi ha sbloccato un ricordo di quando ero capo scout e vedevo i bambini mangiare.

 

È stato un bel momento da ricordare.

Pensando ad entrambe le occasioni mi viene ancora il sorriso.

 

Durante il pranzo ho avuto modo di parlare con Simone, un ragazzo molto simpatico che avevo già conosciuto in precedenza con cui è stato davvero piacevole chiacchierare.

Ha molti interessi, ma quello che mi ha colpito di più è stato il suo interesse nelle lingue e nella provenienza delle stesse.

 

Durante la pausa pranzo io ne ho approfittato per salire sulle rocce poco sopra la cappella per ammirare una volta di più il panorama.

Dopo esserci riposati per un po’ abbiamo ripreso il cammino.

 

Il sentiero dalla chiesetta sale ancora per un po’ fino a raggiungere il passo del Monte Piazzo.

Una volta scollinato il panorama cambia totalmente, in modo pazzesco.

E’ possibile ammirare tutta la piana del Pian di Spagna, l’inizio della Val Chiavenna, la Val Codera e la prima parte di Valtellina.

Guardando un po’ più alto, si possono vedere le vette coperte di neve che circondano al lago e sulla destra il bellissimo Monte Legnone, anch’esso imbiancato.

 

Abbiamo potuto ammirare questo spettacolo dal Passo fino alla fine del trekking a Piona.

 

Dal Passo siamo scesi lungo il sentiero per arrivare prima in località Perdonasco e successivamente al villaggio di Sparesée.

Il villaggio, mi è sembrato avesse la parvenza di essere una comune.

Io e Simone abbiamo condiviso lo stesso pensiero.

 

Da qui il tracciato passa per la caratteristica ed isolata Chiesetta di Madonna dei Monti, diventando poi una strada cementata.

Si continua a scendere per alcuni tornanti, in mezzo al bosco.

 

Bosco che, come sapete, mi affascina davvero tanto in questo periodo.

Per i colori e la tranquillità che riesce a donare.

 

Terminato il bosco siamo sbucati a Posallo, una località nel comune di Colico.

Trovo simpatico il nome della località.

Da qui il panorama con il tramonto sul lago è stato qualcosa di speciale e magnifico.

Davvero eccezionale.

 

Da Posallo il sentiero del Viandante devia verso Colico, invece noi lo abbiamo lasciato e siamo scesi verso Piona.

 

Lungo la strada sono presenti diverse aziende agricole, in una di queste i ragazzi si sono voluti fermare a prendere del formaggio.

Io ne ho approfittato per scambiare due parole con le ragazze turche e fare delle carezze ad un cane dell’azienda agricola.

 

Dopo questa fermata con Marianna ci siamo detti di evitare di fermarci ulteriormente.

Iniziavamo ad essere stanchi ed avere freddo.

 

Una chicca che abbiamo visto sulla strada per Piona è un’altalena gigante creata con dei legni in modo da sembrare delle enormi matite e la seduta una gomma da cancellare.

 

Arrivati a Piona siamo andati subito alla ricerca di un bar dove prendere una cioccolata e scaldarci.

Al primo tentativo abbiamo trovato il bar di un campeggio sul lungolago ma era chiuso.

 

Ci siamo diretti perciò in paese dove abbiamo trovato un bar i cui proprietari ci hanno accolto davvero bene.

Si sono mostrati molto gentili e disponibili.

 

In questo baretto ci siamo potuti riposare e riscaldare per bene alla fine del nostro trekking.

Mi sono goduto la cioccolata e mi sono sentito davvero rinfrancato.

Team in viaggio viandante

Qui ci ha raggiunto anche Lara, una ragazza di AEGEE che si è ci ha voluto aggregare a Piona

 

A Piona c’è una piccolissima stazione che mi è piaciuta particolarmente perché mi è sembrata in mezzo al nulla e per arrivarci abbiamo dovuto fare un piccolo sentierino che ci ha condotto direttamente sulla banchina.

 

Senza farlo apposta sul treno ci siamo seduti nei posti a quattro, io Simone Marianna e Lara.

E’ stato molto simpatico e divertente perché abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, fare battute senza smettere di ridere.

 

Ho scritto una frase nel diario di viaggio del trekking sentiero del viandante che ho fatto a gennaio di quest’anno.

Tornassi indietro rifarei con più tranquillità l’ultima tappa, perché è stata la più bella per i paesaggi incontrati.

 

Ed effettivamente è stato così.

Mi sono davvero goduto ogni momento di questo trekking e sono estremamente soddisfatto.

 

Sono una volta di più convinto che ci sia un rapporto diretto tra la stanchezza personale e la buona riuscita di un evento.

Vi basti pensare che sono arrivato a casa stravolto ma che lo rifarei oggi stesso.

 

Vorrei ringraziare tutti i compagni di viaggio di questo trekking, dal primo all’ultimo.

 

Cloudy view

Grazie,

Leonardo Marmiroli